Eventi ed iniziative > C'era una volta ...


Incontriamo uno storico Socio del Club di Bergamo comodamente seduto su una bellissima poltrona in pelle scura, proprio accanto al caminetto. Lo chiameremo, per semplicità, “Sir Albenza”, e da lui ci faremo raccontare alcuni dei principali aneddoti che hanno caratterizzato i primi 53 anni della storia dell’Albenza, da sempre uno dei principali Circoli italiani. Ascoltiamolo, lasciandoci catturare dalla sua voce calda e rauca e da quegli occhi luminosi che, nonostante la non più tenera età, sanno ancora trasmettere emozioni a chi ha il piacere di incontrarlo all’interno dell’elegante Club House, opera dell’Architetto Angelini.

“Mi ricordo quando, tanti e tanti anni orsono, entrai per la prima volta al Golf Club Bergamo, accompagnato da alcuni amici che avevano conosciuto questo affascinante Sport in occasione dei loro viaggi Oltremanica. Ad essere onesto avevo accettato il loro invito con curiosità, ma anche per educazione, per non deludere il loro entusiasmo. Ma, dentro di me, ero certo che mai e poi mai mi sarei lasciato tentare da questo strano Gioco, abituato com’ero a sfogare la mia energia dietro ad una pallina da tennis o lungo i meravigliosi pendii ricoperti da un candido manto di neve durante i mesi più freddi. Vabbè, mi dissi, accogliamo il loro invito e vediamo questo Club da poco nato appena sotto la Roncola, del quale sento dire cose veramente interessanti.

Con un pizzico di timidezza oltrepassai il portone in ferro battuto, posto all’ingresso della Club House. Subito i miei amici mi presentarono al Segretario del Circolo il quale, elegante nel suo completo blu scuro, mi attendeva nel suo ufficio. Rimasi colpito dalla sua simpatia, dal suo entusiasmo, dalla passione con cui mi stava illustrando il “suo” Circolo. Lo ascoltai mentre mi accompagnava al bar per un caffè. Subito dopo venni raggiunto dai miei amici i quali, in compagnia di altre persone, mi mostrarono i diversi saloni, soffermandosi in particolare proprio ove erano custoditi i trofei vinti sino ad allora dai giocatori più abili e competitivi. Ne rimasi sbalordito! Mi fecero accomodare su un morbido divano, posto proprio davanti al caminetto. Lì ascoltai i loro racconti per parecchio tempo, senza rendermi conto che, fuori dalle grandi vetrate che davano sul green dell’ultima buca, il sole si stava ormai nascondendo dietro le Prealpi Orobiche, colorando tutto l’ambiente con le bellissime tonalità del tramonto.

Le settimane successive ricevetti, da parte di un amico, un regalo inaspettato: un bastone da Golf, con la canna di legno e la testa in acciaio. Attaccato trovai un bigliettino: “sono certo che questo bastone ti accompagnerà per tanti anni, caratterizzando alcune delle tue giornate più belle, accanto ad amici vecchi e nuovi. Provalo. Mi ringrazierai”

I giorni successivi decisi di prendere qualche lezione con il paziente Maestro del Circolo. E’ proprio così che ebbe inizio la mia avventura golfistica, questo viaggio meraviglioso che, dopo quasi cinquant’anni, mi ha portato sin qui, innamorato di questo Gioco magico che sa offrire gioie incredibili, seguite da delusioni che solo un bicchiere di buon whisky, bevuto in compagnia degli amici più cari accanto al caminetto, sa lenire e dimenticare.

Una delle mie soddisfazioni più grandi è stata quella di aver avvicinato i miei due figli a questo Sport. All’inizio, lo ammetto, non fecero i salti di gioia; credo di poter affermare che mi seguirono al Circolo più per rispetto ed educazione che per il reale desiderio di conoscere i segreti dello swing. Poco dopo, però, si accorsero che il Club era frequentato da diversi coetanei, con i quali trascorrere piacevoli momenti sui green, raccontandosi le prime esperienze adolescenziali. Poco a poco anche loro si fecero contagiare dalla magia di questo Gioco e divennero abituali frequentatori del Circolo.

Molti anni più tardi mi emozionai nell’accompagnare al Club i miei nipotini. Stringendomi forte forte la mano vennero presentati al Maestro responsabile del Corso dei Giovani il quale, simpaticamente, offri loro alcune caramelle invitandoli a raggiungere gli altri bimbetti, che già stavano “combattendo” con bastoni e palline. Mi fermai ad osservare la loro prima lezione, affascinato dalla facilità con la quale le loro spalle si giravano consentendo al bastone di colpire la pallina, lanciandola lontana. Da quel giorno non persi un solo appuntamento, uno solo dei loro incontri con i Maestri, sino a diventare il referente dell’attività giovanile del Circolo. Quanti bambini ho visto crescere, in questi anni, sino a diventare adulti e genitori. Quanti piacevoli momenti ho vissuto in loro compagnia, sul percorso, in campo pratica, ma anche sui divanetti della Club House, ascoltando i loro racconti e le loro confidenze, custodendo gelosamente quei segreti che sembravano voler confidare solo a me. Quanti ragazzi ho visto innamorare all’Albenza, alcuni di loro sino a diventare marito e moglie. Alcuni, pensate, mi hanno addirittura chiesto di fare da padrino ai loro bambini. Quanti giovani atleti ho accompagnato alle competizioni regionali e nazionali, gioendo per le loro affermazioni o consolando le loro delusioni più grandi. Alcuni di loro sono arrivati a difendere i colori del nostro Paese, indossando la maglietta azzurra con lo scudetto tricolore sul petto. Che soddisfazione, per me e per tutto il Circolo.

Ed ancora oggi che fatico a tirare la pallina oltre i cento metri (i green mi sembrano sempre più lontani, ma forse sono i miei colpi che si sono clamorosamente accorciati), mi diverto un mondo, in occasione del fine settimana, ad osservare tutti quei bambini che, eleganti nelle loro divise personalizzate, ascoltano con interesse le indicazioni offerte dai Maestri, provando a ripetere le gesta dei campioni ammirati la sera precedente alla tv. Mi piace fermarmi a chiacchierare con le loro mamme, alcune delle quali, non troppo tempo fa, si divertivano a colpire la pallina indossando gli eleganti pantaloni a quadrettini forniti dal Circolo ai suoi giovani atleti. Nei loro occhi ritrovo la stessa passione, la medesima emozione, uguale luminosità di quando, piccoline, riuscivano a “domare” la pallina, tirandola proprio laddove era loro intenzione farla volare.

Tutti i bambini conosciuti in questi anni, lo ammetto, li sento anche un pochino miei. Gioisco ancora oggi quando li incontro all’interno della Club House ed ascolto i loro racconti a proposito dei successi professionali o familiari. Mi dico: magari una piccola parte di queste soddisfazioni è anche del Circolo, di tutti coloro che, amorevolmente, li hanno seguiti durante l’età adolescenziale sino a diventare uomini. Quante ore abbiamo dedicato all’insegnamento delle regole e dell’etichetta, per farli diventare dei gentiluomini, sul percorso ma anche fuori, nella vita di tutti i giorni. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto in questi anni da tutti coloro che si sono dedicati all’attività giovanile, vero fiore all’occhiello del nostro Circolo. Oggi osservo gli oltre ottanta ragazzi ancora minorenni impegnati a studiare i segreti dello swing, mentre ascoltano i suggerimenti dei loro Maestri indossando le eleganti divise con il simbolo del Circolo. Ho la consapevolezza che il futuro del Club di Bergamo ed, in generale, del nostro Paese sia in buone mani, certo che questi giovani sapranno far tesoro dei preziosi suggerimenti dei loro genitori ed insegnanti per diventare, un domani, uomini e donne migliori. Tutto, ovviamente, grazie anche a questo strano gioco che, timidamente, è entrato nella mia vita rendendola meravigliosa e che sarei felice avesse la possibilità di emozionare anche la Vostra.


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